Jules Verne (1828-1905) è stato uno dei più grandi scrittori di avventure fantascientifiche di tutti i tempi. Chi non ha fantasticato nei suoi meravigliosi viaggi cartacei, da 20.000 leghe sotto i mari all’Isola Misteriosa, dal Giro del Mondo in 80 giorni a Viaggio al Centro della Terra, per citarne qualcuno, ma tutti i suoi romanzi sono da leggere ed approfondire. Ho avuto l’occasione di leggere uno dei suoi romanzi più famosi e più misteriosi, “Viaggio al Centro della Terra”, pubblicato nel lontano 1864.
Facendo un viaggio virtuale, tra funghi giganti, pterodattili e paurosi serpenti marini preistorici, mi imbatto in un avvenimento strano, un avvistamento di una “sfera roteante”, che ha le caratteristiche di un moderno “fulmine globulare”, visto che nel romanzo si presenta durante uno spaventoso temporale, ma potrebbe essere anche la trasposizione moderna di un avvistamento UFO. Ecco cosa si trova scritto nel libro “Viaggio al Centro della Terra”, di Jules Verne, edito per i tipi della BUR, collana “Grandi Romanzi”, edizione 2002, a pagina 246:
Facendo un viaggio virtuale, tra funghi giganti, pterodattili e paurosi serpenti marini preistorici, mi imbatto in un avvenimento strano, un avvistamento di una “sfera roteante”, che ha le caratteristiche di un moderno “fulmine globulare”, visto che nel romanzo si presenta durante uno spaventoso temporale, ma potrebbe essere anche la trasposizione moderna di un avvistamento UFO. Ecco cosa si trova scritto nel libro “Viaggio al Centro della Terra”, di Jules Verne, edito per i tipi della BUR, collana “Grandi Romanzi”, edizione 2002, a pagina 246:
“Lunedi 24 agosto. – Questa apocalisse non finirà dunque mai? Lo stato di questa atmosfera così densa, una volta modificato, non potrebbe restare definitivo? Siamo spossati dalla stanchezza. Hans è come il solito. La zattera corre invariabilmente in direzione sud-est. Dal momento in cui abbiamo lasciato l’isolotto Axel abbiamo coperto più di duecento leghe. A mezzogiorno la furia dell’uragano raddoppia; dobbiamo aggrapparci solidamente a tutti gli oggetti che compongono il carico e legarci. I marosi passano sopra le nostre teste. Da tre giorni non siamo in grado di rivolgerci una sola parola. Apriamo la bocca, moviamo le labbra, ma non ne esce alcun suono comprensibile. Non riusciamo a udirci neppure parlandoci all’orecchio. Mio zio mi è venuto vicino, ha articolato qualcosa. Credo che mi abbia detto: – Siamo perduti, – ma non ne sono certo. Decido di scrivergli queste parole: "Ammainiamo la vela". Mi fa cenno di si. Ha appena avuto il tempo di muovere il capo dal basso all’alto che appare di fianco alla zattera un disco di fuoco. Albero e vela sono scomparsi di colpo e li vedo innalzarsi a un’altezza prodigiosa, evocando l’immagine del pterodattilo, il fantastico uccello della preistoria. Il terrore ci ha agghiacciati; la palla, mezzo bianca e mezzo azzurrina, grossa quanto una bomba di dieci pollici, si sposta lentamente, pur roteando a velocità vertiginosa sotto la sferza dell’uragano. Si avvicina, sale su una incastellatura della zattera, salta sul sacco delle provviste, ridiscende leggera, rimbalza, sfiora la cassa della polvere. Orrore! Stiamo per saltare in aria! No.
Sopra la pagina dell'edizione originale francese del libro di Jules Verne del 1867 in cui è presente il disegno dell'arrivo dell'enigmatica "Sfera roteante" |
Il disco abbagliante scarta, si accosta ad Hans che lo guarda fisso; a mio zio, che si precipita in ginocchio per evitarlo; a me, tremante e pallido sotto la violenza della luce e del calore; mi piroetta a un palmo dai piedi che invano cerco di ritirare senza riuscirvi. Un odore di gas nitroso empie l’atmosfera, penetrando nella gola e nei polmoni, facendoci soffocare. Perchè non risco a ritirare il piede? E’ dunque saldato alla zattera? Ah, ora capisco! La caduta del globo elettrico ha calamitato tutto il ferro di bordo; strumenti, attrezzi, armi si agitano e si urtano tra un clicchetio stridente; i chiodi della mia scarpa aderiscono con violenza a una piastra di ferro incastrata nel legno. Alla fine, cin uno sforzo tremendo, mi divincolo nel momento in cui la palla stava per afferrarmi il piede nel suo movimento rotatorio e trascinarmi con sè, se… Ah, che luce spaventosa! Il globo scoppia ricoprendoci di getti di fiamma! Poi tutto si spegne. Ho appena avuto il tempo di vedere mio zio disteso sulla zattera e Hans sempre alla barra in atto di "sputare fuoco"; sotto l’influenza dell’elettricità che lo penetra! Dove andiamo? Dove andiamo?
Fin qui la descrizione della “sfera rotante” di Jules Verne? La descrizione dell’oggetto è molto simile ai moderni avvistamenti di UFOs e fulmini globulari. Jules Verne fu testimone nella vita reale di ciò e volle inserirlo, in maniera romanzata, in una sua maestosa opera letteraria? Nessuno può dirlo con certezza, ma qualche sospetto c’è.
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