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27 febbraio 2018

La nostra quotidianità non è reale... … Quali sono le illusioni che non sappiamo di avere? Come mai restiamo ancorati?

Ingannati dalla nascita… una realtà illusoria dalla quale non vogliamo uscire… Non esistono coincidenze, non esiste la casualità, ma esiste l’illusione; spesso vigliaccamente subita…

Ricerchiamo disperatamente la felicità per tutta la vita; desideriamo un’esistenza originale, ricca, serena, piacevole, divertente ecc.. e non ci preoccupiamo di guardare quanto la nostra realtà sia illusoria. Il nostro percorso terreno inizia con il primo vagito sedato con un diabolico strumento gommoso per darci l’illusione di essere ancora congiunti alla mamma: il ciuccio. Un’infanzia fatta di costanti e tradizionali illusioni: parchi giochi far finta di essere liberi, una tv per renderci protagonisti del vuoto, una scuola per far finta di ricevere una valida istruzione, ma che nasconde in realtà un parcheggio di menti da omogeneizzare e preparare ai ritmi del Sistema.

Quadri e colori alle pareti per illuderci di essere altrove, scatole di conservanti mescolati ad un finto cibo biologico per illuderci di mangiare sano, vestiti marcati e oggetti ricercati per gratificare un senso estetico che non abbiamo e tutto contornato da uno schermo a 50 mani per darci l’illusione di vivere una storia di cui non sentiremo mai il profumo. 

Una sveglia, un’auto, una scrivania o un bancone, una targhetta o un titolo e già crediamo di essere qualcuno. Un buon conto in banca, un telefono che squilla di continuo, una prima fila per uno spettacolo inutile e già crediamo di essere importanti.  Un trucco, una pelle abbronzata, un ritocco alle rughe cosparso di profumo e gioielli per illudere e illuderci di essere belli.

Abbiamo passato anni e secoli per rendere più illusoria possibile la nostra vita, per toglierci l’odore della Terra e la conoscenza di Dio, per raggrupparci come tanti scarafaggi negli angoli più polverosi del Mondo ed avere così l’illusione di non essere soli, di sembrare utili, speciali, indispensabili alla nostra stessa morte.

Abbiamo illuso la nostra Anima… e ha perso interesse per noi
 L’Anima ha perso il suo interesse per noi, è stata illusa di essere salvata, ammirata, compresa, ripulita, allineata, colorata, battezzata, guidata e gemellata, quando desiderava solo essere ascoltata senza intermediari o toghe, senza divinità e precetti.

Ci illudiamo di vivere l’unica esistenza scritta per noi, di non poter fare altro che quello che facciamo, di non poter essere diversi da ciò che siamo…

E poi arrivano i social e mi illudo di piacere, di essere brillante, di risultare simpatico, di fare informazione, di condividere e mi illudo che tutto questo sia la cosa più desiderabile.

Lavoro, produco, consumo con la triste illusione che tutto ciò serva a qualcuno, che sia la gratificazione più valida per la mia esistenza e, se poi riesco anche ad andare in vacanza ecco che completo la mia felicità con l’idea illusoria di essere libero, di viaggiare e conoscere il Mondo, di comprendere e apprezzare altre culture e altre genti.

Mi illudo che quel viaggio, dentro un circo di cibo e piscine e con qualche escursione per topi ammaestrati, sia l’apice della mia ambizione, sia il culmine del mio desiderio, sia il motivo dei miei sacrifici: ho viaggiato dunque conosco, ho viaggiato dunque comprendo, ho viaggiato dunque sono realizzato. 

Parlo lingue, cambio valute, mangio cibi locali e compro manufatti etnici e ancora mi illudo di essere felice. Non comprendo di seguire il buio tornante dei mercanti, di percorrere il cammino che muove gli ingranaggi del Sistema.

Passano gli anni, sento il corpo appesantirsi, le forze mancarmi e i sogni diventano lontani e ancora spero nella libertà delle mie scelte. Mi illudo di essere curato, di essere assistito, mi illudo anche di poter morire in pace. Qual è la pace della morte? Qual è la libertà di un corpo da abbandonare?

Le toghe scure si avvicinano al mio capezzale, voglio le mie colpe, vogliono i mie peccati, vogliono la mia Anima ed io ho l’illusione che tutto ciò sia giusto, di non avere alternative, di coronare la mia esistenza.

Solo da morto avrò le mie opinioni. Solo da morto avrò la libertà di scelta.

La casta conduce la mia vita, indirizza le mie scelte, mi illude di essere protagonista dei mie giorni, dei mie ritmi e dei miei pensieri.  Sfuggo, dissento, polemizzo, mi infurio, e di tutto ho l’illusione che sia una reazione spontanea.  Per ogni pensiero puro, vero, sano, illuminato, altri 1000 ne oscurano la luce e quel pensiero si nasconde dietro la massa del dissenso.

Dal gruppo, alla subordinazione, alla schiavitù…
Il grande errore umano è quello di non riuscire a stare soli, di avere l’estrema e costante necessità di far parte di un gruppo.  Come è avvenuto spesso per alcune razze di canidi o animali, un branco indisciplinato e dalla personalità severa, viene lentamente imbastardito con razze più docili ed inclini alla subordinazione. 

Il nobile Purosangue nato per correre con la criniera al vento, venne incrociato con la caparbietà dell’Asino per avere l’ibrido forte nel lavoro, ma docile al comando. Al fiero Lupo dedito al branco e alla famiglia, furono dati canidi mansueti e fedeli perché la razza si disperdesse nel nuovo colore genetico e si accucciasse silenziosa sotto il nostro volere. Non c’era desiderio di accoglienza, né la necessità della cooperazione, scemava l’altruismo per le fredde e affamate notti del lupo e la volontà di un sincero affetto. Tutto avvenne per uno scopo praticato: docilità e inclinazione alla schiavitù. Ogni razza ha perso le sue caratteristiche più intransigenti ammaliata e invasa da fascinosi branchi dai manti colorati.

E noi abbiamo l’illusione che tutto ciò sia una necessità, un doveroso passo verso il futuro e l’evoluzione della specie. Dal pulpito camerale, dalle penne autorevoli e dagli schermi satanici si leva la voce della giustizia sociale, si muove la macchina della solidarietà e l’inchiostro macchia pagine di storia e di cultura.

Noi illusi nella buona fede delle opinioni, siamo seguaci dei nostri assassini, li osanniamo, li votiamo, li leggiamo, ci prodighiamo perché continuino ad uccidere ed ucciderci e siamo talmente illusi che tutto ciò sia lecito e giusto a tal punto da lanciare con orgoglio i nostri figli verso l’ago dell’avvelenamento emotivo, fisico e spirituale.

La mia è un illusione solitaria… che le cose possano cambiare
La mia è un’illusione solitaria quando mi convinco e spero che il Lupo torni a una magica simbiosi con la natura, quando desidero guidare lo Stallone fuori dal recinto perché corra libero sulle praterie della conoscenza e della verità.

La mia è un’illusione solitaria quando grido nel vento i canti di una schiavitù accettata sperando che sveglino e risveglino l’anima della comprensione… 

Ensitiv

1 commento:

Sotuknang ha detto...

Leggendo mi sembrava di rivedere Verdone quando imita i figli dei fiori.
Tutto bello e condivisibile poi ti viene da dire:"E allora?"

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