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25 novembre 2014

ANTICHE NANOSTRUTTURE FUORI POSTO E FUORI TEMPO TROVATE SUGLI URALI

Nel 1991 la scoperta di artefatti a forma di bobina estremamente piccoli, ritrovati vicino alle sponde dei fiumi Kozhim, Narada, e Balbanyu in Russia ha suscitato un dibattito che continua ancora oggi. Queste strutture misteriose e minuscole ci fanno pensare che 300 mila anni fa può essere esistita una cultura in grado di sviluppare nanotecnologie.

I manufatti sono stati inizialmente scoperti durante ricerche geologiche legate all’estrazione di oro dai monti Urali. Questi esemplari includono bobine, spirali, alberi e altri componenti non ancora identificati.

Secondo un’analisi dell’Accademia Russia delle Scienze di Syktyvkar, i pezzi più grandi che sono stati ritrovati sono perlopiù di rame, mentre quelli più piccoli sono di tungsteno e molibeno.

Mentre il più grande di questi oggetti misura 2,99 cm, il più piccolo misura solo 1/25.000 di centimetro e molti rispecchiano la proporzione aurea. La loro forma suggerisce che sono stati costruiti e che non sono naturalmente presenti nei frammenti di metallo. In realtà sono molto somiglianti agli stessi piccoli componenti delle nanotecnologie contemporanee.

Anche se alcuni hanno affermato che queste piccole strutture non sono altro che detriti lasciati dai razzi di prova lanciati dalla vicina stazione spaziale di Plesetsk, un rapporto dell'Istituto di Mosca ha stabilito che sono troppo vecchi per poter provenire dalla produzione moderna.

Nel 1996 il dottor E.W. Matvejeva, del Central Scientific Research Department of Geology and Exploitation of Precious Metals di Mosca, avena scritto che, pur risalendo a migliaia di anni fa, i componenti hanno un' origine tecnologica.


Gli esemplari sono stati ritrovati a una profondità che va dai 3 ai 12 metri, in uno strato geologico databile fra i 20 mila e i 318 mila anni fa.

Come hanno potuto gli esseri umani produrre questi componenti così piccoli in un passato così lontano e come se ne servivano? Alcuni credono che i manufatti dimostrano che la razza umana nel Pleistocene aveva raggiunto un alto livello di perizia tecnologica, mentre altri affermano che i resti sono opera di extraterrestri.

I manufatti sono stati studiati in quattro diverse strutture a Helsinki, San Pietroburgo e Mosca. Tuttavia le ricerche su queste piccole strutture sembrano essersi esaurite nel 1999 con la morte del dottor Johannes Fiebag, il ricercatore principale in questo ambito.


fonte inglese
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