8 gennaio 2010

LO STUDIO SULLE ABDUCTION DI RICHARD BOYLAN

C’è un noto psicologo americano, Dr. Richard J.Boylan, che ha avuto il “coraggio” di prendere in esame e analizzare, con serietà e senza pregiudizi di sorta, le esperienze di decine e decine di “addotti” (persone che dicono di essere stati rapiti da extraterrestri) ed esporsi, così, alla severa critica della comunità scientifica internazionale a tutt’oggi, in gran parte, del tutto scettica verso il fenomeno. Il libro da lui scritto "Incontri ravvicinati tra uomini ed extraterrestri" è il risultato appunto dello studio accurato fatto sulle “abductions” (=rapimenti) con l’intento principale di determinare delle caratteristiche comuni nelle dichiarazioni rese dagli “addotti” stessi dopo le loro incredibili esperienze (o presunte tali). Gli studi dello scienziato su tale fenomeno hanno avuto inizio nel 1989 e hanno coinvolto ben 104 di tali presunti rapiti e contattati da extraterrestri che sono stati accuratamente da lui analizzati. Richard J.Boylan può ritenersi uno dei pionieri di questo tipo di analisi, ma ricordiamo anche il dottor R.Leo Sprinkle, il dottor Richard Haines, la dottoressa Edith Fiore e l’indimenticato John Mack i quali hanno fornito la loro assistenza terapeutica a persone che hanno vissuto (o credono di aver vissuto) esperienze di contatto con “alieni”.

I risultati degli studi del dottor Boylan sono stati pubblicati in occasione della Conferenza scientifica sui “Rapimenti alieni”, tenutasi al Massachussettes Institute of Technology, nel Giugno del 1992.

Riportiamo, sinteticamente, le notizie più interessanti riguardanti i risultati di questi studi anticipando alcune constatazioni del dottor Boylan, ovviamente dedotte dai racconti dei suoi “pazienti” e cioè che :

1) Tra questi si è creata una sorta di sinergia che ha permesso loro di superare lo shock emotivo del contatto e di aver trovato conforto nella comprensione reciproca, spesso assai difficile da ottenere da parte degli altri “comuni” mortali, data l’eccezionalità dell’esperienza vissuta; la continua sensazione di solitudine, di isolamento e spesso di scherno è certamente assai pesante e così la messa in comune delle idee sulle proprie esperienze ha contribuito al superamento dell’ostacolo più grande : la consapevolezza della realtà dell’evento.

2) Una notizia assai tranquillizzante dedotta dai racconti riferiti da tali “rapiti” sta nel fatto che l’atteggiamento degli extraterrestri nei confronti dei terrestri è assai amichevole e positivo ciò che ha determinato nella mente degli involontari “addotti”, dopo il superamento del comprensibile e inevitabile shock iniziale, un senso di profondo rispetto per le “persone aliene” e per i messaggi da loro trasmessi

3) Ciò che sembra “stia a cuore” più di ogni altra cosa a questi abitatori di altri spazi è lo stato di salute del pianeta Terra in quanto preoccupati delle conseguenze catastrofiche a cui l’attività scriteriata dell’uomo moderno potrebbe portare se non saranno modificati al più presto gli scellerati sistemi di sfruttamento delle preziose ma limitate risorse naturali.


a) CARATTERI GENERALI DI UN IR4(= Incontri Ravvicinati del 4 tipo)

Secondo Boylan, la statistica riguardante gli IR4 è assai allarmante: dal sondaggio “Ropel Poll” del 1992 sulle “insolite esperienze personali” si deduce che negli USA avvengono in media addirittura tremila incontri ravvicinati ogni 24 ore!!!

[Ricordiamo che la popolazione degli USA conta più di 250 milioni circa di abitanti]

Gli E.T. non privilegiano particolari classi sociali o particolari orari per i loro “incontri” con i terrestri.

Sembra invece che sia preferito l’incontro con un singolo terrestre piuttosto che con un gruppo, così che al momento di essere contattato, il singolo che si trovi eventualmente in compagnia, sente la necessità di doversi isolare e allontanarsi dagli altri; oppure, senza allontanarsi, subisce una sorta di “black out relativo” rispetto agli altri presenti.

Vuoti di memoria e vuoti temporali sono le caratteristiche di quasi tutte le esperienze narrate, e ciò concorda con messaggi telepatici con cui gli alieni spiegano ai loro “rapiti” che riusciranno a riprendersi regolarmente e a ricordare il loro incontro solo in seguito, in un momento più opportuno.

Un’alta percentuale di “addotti” ha testimoniato di aver visto una forte luce sprigionarsi nella propria stanza e sentito al contempo uno strano ronzio intorno proveniente da qualcosa però esterna alla casa.

Allarmi e antifurti sono risultati inefficaci a tali manifestazioni.

Ma lo scenario più comune comunque riguarda non la città ma le zone rurali più o meno isolate il che probabilmente semplifica le modalità di contatto senza allarmare masse di individui e in più la tranquillità del luogo faciliterebbe nell’addotto una ripresa più rapida della sua scioccante esperienza.


b) FUGA DI NOTIZIE

Una curiosità assai significativa sta nel fatto che molti contattati hanno ricevuto telepaticamente il messaggio “Ora è il momento di ricordare” fra il 1992 e il 1993; secondo le teorie di Boylan, in questo periodo, al governo americano è sfuggito di mano il controllo dele informazioni sugli UFO; tutto ciò forse dovuto ad un tentativo di accelerare la “rivelazione” definitiva della presenza aliena sulla Terra, in virtù delle proprie prove segrete conservate in un’ala “top secret” della Casa Bianca, accessibile solo a pochissimi addetti militari oltre che al Capo dello Stato.

Comunque una Conferenza tenutasi al palazzo delle Nazioni Unite il 2 Ottobre 1992, è la prova più concreta che il problema riguardante le presenze “aliene” è qualcosa di veramente serio, di portata mondiale e non solo americana.

Che il governo americano abbia deciso di pilotare una fuga di notizie mirata alla lenta presa di coscienza degli americani della presenza aliena sulla Terra? Solo il tempo ce lo dirà…


c) CHI SONO I RAPITI

Quale categoria di persone è più a rischio di un rapimento da parte degli E.T. ?

Secondo una statistica, il 46% dei rapiti è di sesso maschile e il restante 54% di sesso femminile. Sembra che ci sia una forte preferenza verso i nativi d’America (Indiani d’America); forse ciò è da porre in relazione con la storia antica degli indiani (Sioux, Hopi, Dakota, ecc…) nella cui cultura era ed è sempre viva l’idea della discesa sulla Terra di esseri (Kachina) venuti da altri mondi per istruire gli uomini.

Nella casistica delle “abductions” è spesso presente anche la correlazione tra genitori e figli; accade cioè che anche i figli dei “rapiti” vengano a loro volta più tardi rapiti e contattati e ciò probabilmente per comprendere meglio la visione mentale di un padre e del proprio figlio, forse, per studiare i legami intellettivi tra familiari.

Anche le sensazioni e i segnali di approccio sono importanti; solitamente c’è un input che avverte l’individuo di un imminente contatto: visione di globi di luce, avvistamento di UFO, luci abbaglianti o uno strano formicolio nel corpo.
L’elemento successivo a tali segnali è il contatto vero e proprio il quale può essere telepatico oppure fisico-visivo; comunque sembra che il primo messaggio che gli E.T. mandino in questa fase delicatissima sia proprio quello di tranquillizzare e calmare il “rapito” che verosimilmente si trova in uno stato psicologico di panico e confusione assoluta.


d) LE ANALISI

Qual è lo scopo delle “abductions” ?

Sembra che gli alieni siano interessati al nostro DNA e alla funzione dei nostri organi riproduttivi. Molti “rapiti” raccontano di aver subito piccoli interventi, non dolorosi, con strani apparecchi e con biopsia di materiale organico preso dai genitali.

Durante questi interventi gli E.T. comunque hanno sempre continuato a tranquillizzare il “paziente”; certamente lo scopo di tali analisi è di monitoraggio e di diagnostica.

In genere, in tale circostanza si avverte una paralisi parziale (non si comprende ancora se fatta in via ipnotica o con ausilio di campi energetici): lo scopo probabilmente è quello di evitare all’addotto movimenti bruschi e pericolosi che possano causargli danni fisici; comunque le funzioni vitali e celebrali rimangono attive ed inalterate.
Ma altri “addotti” hanno parlato invece di una totale libertà di movimento e alcuni hanno raccontato di aver potuto camminare e cambiare stanza all’interno dell’astronave.

Interessante è anche il metodo di trasporto del terrestre sull’astronave che ha un diametro variante dai 9 ai 15 metri di larghezza con forma rettangolare o conico-rovesciata o semplicemente discoidale (ma esiste anche una buona incidenza di casi nei quali il rapito è stato condotto non su una navicella spaziale ma all’interno di cavità montuosa terrestre nascosta da porte mimetiche o in basi sotterranee);
gli E.T. accompagnano l’addotto a piedi fino alla stanza delle analisi oppure, nel caso di disco volante sospeso in aria, sollevando il terrestre fino all’interno del veicolo spaziale tramite un raggio antigravitazionale.
Se l’incontro ravvicinato avviene all’interno dell’UFO vengono effettuati esami di tipo medico, terapeutico ma sono possibili anche solo comunicazioni telepatiche e visualizzazioni d’immagini subliminali.


e) LA COMUNICAZIONE

La comunicazione telepatica è forse l’elemento più comune utilizzato negli IR4: gli addotti, sotto regressione ipnotica, ricordano di aver conversato con gli E.T. senza che questi avessero aperto bocca; raramente si sono date testimonianze di dialoghi svolti secondo frequenza acustiche umane. Gli argomenti poi di tale comunicazione hanno un campo molto ampio di interessi : dal semplice ammonimento ai terrestri di non distruggere la natura, ad informazioni sulla loro provenienza o ancora sull’evoluzione della vita sulla Terra.

Ciò che accomuna tutti i messaggi sembra essere “un sentimento di affetto” per gli individui terrestri, tanto che quasi tutti gli addotti esprimono il grande desiderio di poter riprovare questa eccezionale esperienza con un nuovo incontro.

Gli studi e le analisi compiute dal dottor Boylan hanno aiutato, molto a chiarire le caratteristiche generali di un IR4.
Egli continua a tenere conferenze, soprattutto in America, e molti suoi “pazienti” hanno ripreso a vivere una vita normale grazie proprio al suo aiuto; la maggior parte di tali esperienze sono state richiamate dal dottor Boylan nel bellissimo libro intitolato
“Incontri ravvicinati tra umani ed extraterrestri”.


Articolo di Gianluca Santaniello -
14 novembre 2006
Fonte: Memphis75 .
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