13 settembre 2010

INTERVISTA A MAURIZIO BAIATA

Maurizio BAIATA, giornalista investigativo, ufologo, ex direttore editoriale della rivista Area 51, primo magazine italiano ad occuparsi di Scienze ufologiche, alieni ed esopolitica. Romano, di origini italo-americane ha lavorato per oltre 15 anni come giornalista pubblicista nel campo della musica, è stato corrispondente RAI negli anni ’80 ed ha lavorato come caporedattore Spettacoli e cultura del Quotidiano “Il progresso italo americano” di New York. Rientrato in Italia ha lavorato come capo ufficio stampa della casa discografica Virgin Records e nella Video Electronics Club, come responsabile marketing per le acquisizioni estere. Quindi svolge attività collaborative con la RAI dove partecipa al programma MIXER con servizi speciali di successo. Il suo interesse per gli UFO risale a molti anni fa: realizza inchieste video e documentari, tra i quali il più importante è sicuramente la divulgazione della famosa autopsia aliena legata al crash UFO di Roswell. Ha fatto parte per molti anni del comitato direttivo del CUN (Centro Ufologico Nazionale) di cui è stato direttore editoriale per la rivista “Notiziario UFO”. Direttore del bimestrale “Dossier Alieni” e delle Enciclopedie multimediali “UFO Dossier X” e “Stargate Enigmi dal Cosmo”, ha diretto anche i mensili “UFO Network”, “Extraterrestre” e “Stargate”. Numerose le sue apparizioni televisive al “Maurizio Costanzo Show”. Ha inoltre curato l’edizione italiana di vari libri quali “Il giorno dopo Roswell” e “l’Alba di una nuova era” del compianto Col. USAF Philip Corso, e “Afferrando il cielo” del famoso insider Michael Wolf. Valido esponente dell’ufologia italiana, è esperto in casi importanti come l’incidente di Roswell, sul cover up governativo, sugli UFO-crash e le strategie internazionali che coprono la questione UFO/Alieni. Trasferitosi negli States dal 2009, per un anno ha diretto il Magazine bimestrale Open Minds ed ora svolge attività giornalistica free-lance a Tempe, in Arizona.

D: Danilo M.B: Maurizio Baiata

1) D: Caro Maurizio, da oltre un anno ti sei trasferito negli Stati Uniti dove hai svolto il ruolo di direttore della rivista Open Minds, un target di portata internazionale specializzato in ufologia e quant’altro. Che tipo di esperienza ne hai tratto?

M.B.: Per un anno Open Minds ha rappresentato il mio luogo di lavoro, un osservatorio privilegiato di tutta l’ufologia mondiale. Realizzando l’impianto del magazine cartaceo ho avuto modo di apprendere nuovi fondamenti tecnici, migliorando anche la mia conoscenza linguistica. Non e’ facile editare in una lingua che non e’ la tua di origine, bella esperienza scrivere e riconoscere i limiti delle proprie capacità, nell’Americano scritto e giornalisticamente corretto. Il che e’ ancora più difficile considerando il target di una divulgazione, quella della rivista, ad ampio raggio e soprattutto destinata ai meno colti in campo ufologico. E’ stato un ottimo addestramento.

2) D: L’ufologia americana è sicuramente diversa da quella “nostrana”: che differenze di fondo ci sono tra queste due realtà?

M.B.: Differenze abissali. Non tanto dal punto di vista numerico, visto che in Italia gli appassionati sono egualmente numerosi, ma da quello dei contenuti. Mi spiego con un esempio. In una sola città come Phoenix – che peraltro vanta avvistamenti a tutto spiano – diversi gruppi ufologici filo-contattistici organizzano incontri e conferenze di portata limitata ma interessanti. Mentre la sezione MUFON (la più grande organizzazione di studi ufologici negli USA e nel mondo) locale e’ attivissima, sia come indagini sul campo sia come eventi e ha una certa autonomia dal MUFON nazionale. L’aria pesante che si respira in Italia qua e’ una brezza, un venticello che fa bene al cervello. Non mancano enormi differenze ideologiche e metodologiche e la vecchia guardia, legata all’ufologia dadi e bulloni, di certo non accoglie favorevolmente le “aperture”, ne’ l’Esopolitica. Ciononostante ci sono convergenze e il dibattito tra ufologi rientra generalmente nella correttezza.

3) D: Ora che vivi stabilmente negli States avrai un’idea più precisa della loro situazione divulgativa: a che punto è il disclosure americano sugli UFO?

M.B.: A zero. Nonostante iniziative che in altre nazioni avrebbero creato delle crepe nell’impalcatura del muro del silenzio, almeno a livello di opinione pubblica, qui le cose si dimenticano presto, non fanno breccia sull’uomo comune. Il muro e’ ancora integro. Ci si può provare come sta facendo a Denver, Colorado, Jeff Peckman, a livello politico locale, piuttosto che su scala nazionale come propone Steven Bassett a Washington. Diciamo che si spera, ma gli ufologi americani invecchiano e muoiono con il rimpianto di non aver visto il disclosure nel loro grande Paese.

4) D: Secondo il tuo personale punto di vista, il presidente americano Obama potrebbe essere il presidente della svolta? In altre parole potrebbe dare il via alla divulgazione della verità sull’interazione umano/aliena?

M.B: A mio avviso no, il ruolo di Obama è integrato in un sistema di segretezza in ragione della sicurezza nazionale. Gli UFO vanno oltre la sua giurisdizione, almeno all’apparenza.

5) D: Cosa pensi e che significato attribuisci alle ondate di avvistamento avvenute negli ultimi mesi in varie parti del mondo e in special modo in Italia?

M.B.: Per me gli avvistamenti sono il sintomo di grande attività intradimensionale, non necessariamente precludono all’annunciazione (stile Lello Arena) UFO di massa. Nel loro manifestarsi ad personam, sembrano dire alla coscienza individuale di aprirsi a quella collettiva, ma l’uomo non e’ preparato in tal senso. A meno che non si sia cresciuti al cospetto di umani radianti quali, ad esempio, i monaci tibetani. E se ne siano appresi i segreti.

6) D: Brasile, Inghilterra e Cina, almeno apparentemente, stanno cambiando atteggiamento di fronte al fenomeno UFO aprendo i loro archivi e cooperando con le associazioni ufologiche locali: quale di questi paesi credi che possa recitare il ruolo di stato trainante per quanto riguarda la rivelazione della verità sulla presenza extraterrestre nel nostro pianeta?

M.B.: Il Brasile no perchè dipende dagli USA, così come l’Inghilterra. La Cina fa le cose in segreto. Nel mondo non vedo stati trainanti. La rivelazione avviene secondo uno scenario graduale, non del tutto prestabilito quindi variabile, a seconda delle forze in gioco. L’umanità però a me appare lasciata al suo destino e, se le cose stanno così, non ci saranno governi in piedi quando l’ora sarà scoccata.

7) D: Parliamo del fatidico 2012 e del famoso pianeta X: alcuni pensano a possibili scenari apocalittici e a disastri mondiali che potrebbero annientare il genere umano, altri ad un vero e proprio salto evolutivo e coscienziale che ci porterebbe in una nuova dimensione. Tu quale scenario supponi?

M.B.: Meglio il secondo. Chiedo scusa per il sarcasmo, ma non capisco proprio come sia possibile che, a vent’anni dalle prime ondate forti di nuova consapevolezza – con la cosiddetta New Age al suo massimo – si abbia ancora paura del domani! Non abbiamo ancora imparato a vivere nel presente.

8) D: Cosa pensi del fenomeno dei rapimenti alieni e delle ricerche condotte dal prof. Malanga?

M.B.: Ho appurato solo recentemente di aver vissuto anche io un’esperienza di abduction, certamente messa a fuoco una prima volta nel 1998 quando accadde, ma poi rimossa per oltre dieci anni. Avviene un processo di espansione coscienziale che può durare a lungo, prima che si riesca a intuire la verità. Con Malanga ho lavorato tanto, insieme abbiamo fatto un percorso conoscitivo, molto più empirico il suo, il mio prevalentemente intellettuale. Forse perchè non volevo ammettere la questione sul piano pratico e l’ammantavo di nozioni. Solo l’esperienza diretta conta e se il sistema di Malanga consente di avere dei mezzi atti alla liberazione, allora ben venga.

9) D: Spesso nelle trasmissioni televisive italiane, ma anche internazionali, sentiamo parlare di un Nuovo Ordine Mondiale: cos’è, cosa ne pensi e quali sono, secondo te, i motivi per cui verrebbero nascoste all’umanità scoperte innovative nel campo astronomico, scientifico, politico ed addirittura di carattere religioso?

M.B.: Un campo minato. Terribili le sue ripercussioni sul mondo dell’informazione, globale. Nell’interesse primario di questa “sigla” o marchio di fabbrica di un’organizzazione che di per se non esiste, vedo in parallelo quanto accade ad esempio con l’Area 51. Tutti sanno che esiste, il governo USA ha ammesso che esiste, ma non si sa cosa ci fanno. L’Area 51 e altre installazioni sotterranee sparse nel mondo, sono terminali tecnologici (forse non solo) di un potere occulto che fa capo ad un complesso politico ufficialmente non esistente (governi ombra). E’ il sistema migliore per tenere in scacco e all’oscuro delle cose i poteri costituiti che, di per se’ generalmente compromessi a fini di lucro, dal canto loro si occupano di normale amministrazione, non di straordinaria amministrazione quale la questione UFO e Alieni.

10) D: Qual é, secondo il tuo punto di vista, il caso ufologico più verosimile che hai avuto modo di indagare e quale quello più dubbio?

M.B.: Roswell e’ il caso più verosimile. Tutti i casi ufologici sono dubbi, se non lo fossero non ci sarebbe più ufologia.



Gentile Maurizio, ti ringrazio enormemente per aver concesso la presente intervista in esclusiva al blog “Disclosureprojectufo”.
Ti auguro buon lavoro e grande successo con la tua nuova avventura editoriale.


Fonte: http://danilo1966.splinder.com/ Disclosureprojectufo

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