5 maggio 2014

GRAN BRETAGNA, IL RADUNO DI ADDOTTI E CONTATTATI

C’è chi parla da anni con gli Alieni, chi ha sviluppato poteri particolari dopo aver viaggiato su un Ufo e chi addirittura ha partorito ibridi extraterrestri. Alcuni, per questo, sono finiti sulle prime pagine dei giornali. Ci saranno anche loro, all’incontro promosso dall’AMMACH, il gruppo di sostegno psicologico per coloro che affermano di aver vissuto queste esperienze straordinarie.

L’Anomalous Mind Managment , Abductee, Contactee Helpline ha organizzato il raduno annuale per il prossimo 31 maggio ad Hastings, in Gran Bretagna. Sono previsti più di mille partecipanti, tra addotti, contattati e semplici testimoni oculari. A riprova di quanto queste esperienze siano diffuse, o almeno lo è la percezione di esse. Qualcuno calcola che il fenomeno riguardi almeno l’1% della popolazione mondiale- insomma, svariati milioni di persone…
Ad organizzare il meeting, è Joanne Summerscales. “Molta di questa gente si sente isolata. Sostenere di essere stati rapiti dagli alieni è qualcosa di socialmente sbagliato. È dura da affrontare, qualcuno resta traumatizzato, altri temono di venire sottoposti a trattamenti medici”, ha dichiarato a News.Yahoo.com

Nel corso degli anni, la Summerscales ha incontrato centinaia di persone protagoniste- a loro dire- di simili incontri ravvicinati . Roba da pazzi, per la maggior parte dell’opinione pubblica. E da pazzi spesso vengono davvero trattati  questi individui che osano farsi avanti per raccontare storie dell’altro mondo. Quando sono fortunati,  vengono semplicemente presi in giro, scherniti, ridicolizzati. Come nel caso di Alan Godfrey.

Era un giovane poliziotto, quando riferì di aver visto uno strano oggetto luminoso a forma di diamante giunto dallo spazio. Nel 1980 la sua storia comparve sui principali quotidiani britannici. Fu l’inizio della sua fine. “In generale, trovo che la stampa sia molto scettica quando intervista persone che hanno avuto incontri ravvicinati,  come nel mio caso, o quando qualcuno asserisce di aver visto un Ufo. Eppure, accettano senza porsi domande l’esistenza dell’alieno più famoso di tutti i tempi: Gesù”, dice provocatoriamente.


La sua vicenda è molto nota nel Regno Unito, anche perché Godfrey è considerato il primo addotto del Paese. Quella sera, il 29 novembre di 34 anni fa,  l’agente stava cercando dei capi di bestiame smarriti a Todmorden, un piccolo centro dello Yorkshire, quando notò una luce. Gli sembrava un bus ribaltato ai lati della strada. Ma quando arrivò ad una ventina di metri, si rese conto che si trattava di un oggetto sospeso a mezz’aria, con la parte inferiore rotante. “Cosa faresti in quella situazione? Chiameresti la polizia. Bè, io ero già lì. Ho tentato di usare le mie due radio, ma nessuna funzionava. Erano stranamente mute. Allora, ho fatto uno schizzo.”

Godfrey, restando in auto, disegnò l’oggetto anomalo che vedeva davanti a sé. Ma un istante dopo, si ritrovò, alla guida della vettura, oltre il punto dell’avvistamento. Tornò indietro senza trovare più nulla, tranne una ampia zona di terreno completamente asciutta nonostante la pioggia caduta quella notte. Insomma, un episodio di “missing time”. All’indomani, venne a sapere che un’altra pattuglia aveva visto un oggetto luminoso muoversi verso Todmorden. Decise allora di far rapporto e di raccontare la sua esperienza ai colleghi.

Risultato: delle grasse risate. Qualcuno poi raccontò tutto ai giornali locali e la vicenda provocò imbarazzo a lui, alla sua famiglia e al Dipartimento di Polizia. In seguito, l’agente fu oggetto di pressioni, perché lasciasse il suo posto di lavoro. Solo tempo dopo, sottoponendosi all’ ipnosi regressiva, ricostruì quello che la sua memoria non ricordava coscientemente.

ALAN GODFREY DISEGNA L’UFO CHE DICE DI AVER VISTO

Disse allora che un raggio di luce lo aveva prelevato, si era ritrovato in una stanza dove un uomo dalla lunga barba, vestito in abiti biblici e di nome Yosef, gli aveva parlato telepaticamente. Vicino a lui, aveva notato anche alcune piccole creature dall’aspetto robotico. Pur dicendosi sicuro di aver visto  l’Ufo, Godfrey ammise di non essere certo che quei ricordi successivi fossero reali, indotti o solo il frutto della sua fantasia.

Nel corso degli anni, i gruppi di supporto psicologico lo hanno aiutato a venire a patti con il suo passato. “Penso che quando si vede un Ufo e si ha paura di quello che gli altri pensano di te, allora è necessario relazionarsi con gruppi del genere, dove sei trattato con rispetto. Entri in contatto con persone che hanno avuto esperienze simili. Nel mio caso è stato molto utile”, afferma.

 Chi partecipa agli incontri dell’AMMACH, è invitato a parlare davanti agli altri della propria esperienza. “Qualcuno ha pianto, ha detto: "Ho perso mia moglie, il mio lavoro, i miei amici…"- spiega la Summerscales. “Ma non sono persone disturbate mentalmente, i medici hanno esaminato alcuni contattisti. Sono solo persone che soffrono.”


A far più male, è l’incredulità che si traduce prima in derisione, poi in rifiuto. “La società chiude loro le porte in faccia”, aggiunge la donna. Anche se lei stessa ammette di non credere a tutto ciò che ascolta, ritiene tuttavia importante permettere a questi soggetti particolari di raccontare le loro storie.

“Molte sono davvero dure da digerire… Ma quello che l’AMMACH fa, è di renderle pubbliche. Non mi aspetto che tutti ci credano. Ma so che queste persone sono convinte di aver vissuto quelle esperienze terribili, che hanno cambiato la loro vita. E se anche una sola di queste storie fosse vera, sarebbe la più importante mai accaduta sulla Terra. Smetteremmo di essere abitanti di questo pianeta e diventeremmo cittadini della galassia.”


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