Il primo Gennaio 1999 abbiamo ricevuto una interessantissima lettera, che riferiva di una PCE ("Personal Contact Experience" - esperienza personale di contatto). Ringraziamo Paul Green per averci parlato della sua vicenda, che siamo lieti di condividere con tutti voi. Ecco la storia, preceduta da una nota introduttiva di suo pugno.
"Vi mando una storia vera. Si tratta del mio incontro con un alieno risplendente di una luce bluastra, avvenuto nelle date sottoindicate. Io non credo che loro fossero, o siano tuttora, male intenzionati nei nostri confronti. Da allora sono in cerca di risposte. Vi autorizzo a diffondere il contenuto di questa lettera: vi prego, questo non è uno scherzo, ma qualcosa che mi è realmente accaduto. Grazie".
Paul Xavier Green, Londra.
Era l’alba del 17 Febbraio 1996. Mi sono svegliato d’improvviso e ho percepito subito una specifica presenza nella camera da letto. L’avevo sentita entrare e girare dal mio lato del letto e in principio pensai che fosse nostra figlia. Fuori stava per spuntare il sole. Domandandomi cosa ci facesse mia figlia così presto nella nostra camera da letto, aprii gli occhi. Guardai verso mia moglie e fui sorpreso nello scoprire un’entità sconosciuta al suo lato del letto. Stava in piedi di fronte all’armadio, quasi davanti a noi. Tutto il suo corpo emanava una luce soffusa e opaca, bianco-bluastra. Non era un classico Grigio, non riuscii a distinguere i caratteristici grandi occhi a mandorla neri. L’entità, curiosamente, aveva proporzioni più umane, testa piccola, tonda e pelata, con un mento decisamente appuntito e un collo molto sottile. Il corpo dell’"Uomo Blu" era cilindrico, con braccia molto sottili e flessibili che muoveva molto lentamente, in una maniera che mi ricordava i movimenti del Tai Chi (arte marziale cinese, ndr.). Lo splendore che emanava rese impossibile cogliere tutte le sue caratteristiche facciali. L’entità non ci minacciava in alcun modo, al contrario, sembrava diffondere un’aura di pace. Mi sorprende ancora oggi di non aver perso la testa in quei momenti. L’entità sembrava guardare in direzione della stanza di mia figlia (dall’altra parte del corridoio), quando la vidi per la prima volta. Appena registrai consciamente la sua presenza, l’entità reagì d’improvviso, girando la testa leggermente verso di me e allungando una mano nella mia direzione, con le dita aperte. Una pallida sfera di luce gialla, simile a un sole in miniatura completo di piccoli raggi tutt’intorno, saltò dal palmo della sua mano verso di me, al rallentatore! Mi investì sulla faccia, tra gli occhi e questa è l’ultima cosa che vidi. D’un tratto s’era fatto giorno e l’entità era sparita. Era come se il tempo fosse "saltato". Non so cosa fosse quell’essere (che io avevo soprannominato l’"Uomo Blu"), ma non ero assolutamente spaventato, solo sorpreso e incredibilmente calmo. Qualsiasi cosa fosse, non era nulla di cui avessi letto o visto in un qualche giornale o libro. Comunque, ero curioso: cosa stava facendo nella nostra camera da letto?
A VOLTE RITORNANO
Sabato 18 Febbraio 1996, ore 5,35 circa. Durante la notte avevo dormito molto male, mi preoccupava che l’entità potesse tornare. Non ero proprio spaventato, ma trascorsi tutta la notte avvinghiato a mia moglie. Avevo questa paura irrazionale che potessero portarmi via e non restituirmi mai più, così rimasi tutto il tempo rannicchiato sotto le coperte, temendo di vedere l’entità che mi guardava. Suonerà incredibile o ridicolo, ma non feci altro che avvertire nella camera una presenza, come in attesa. Attorno alle 5,35 del mattino sentii gli
uccelli che cantavano. Stanco di stringermi a mia moglie, mi girai e mi stesi sulla schiena, continuando a tenere gli occhi chiusi. Il canto degli uccelli aveva su di me un effetto rassicurante e, dopo tutto, non poteva succedere nulla. Mi sbagliavo. Non avevo finito di girarmi che qualcosa, o qualcuno, afferrò il mio braccio sinistro (o la mia mano) stringendolo in una morsa. Quasi simultaneamente sentii una vibrazione familiare che assaliva la mia mano, iniziava dalla punta delle dita e si insinuava salendo lentamente lungo il braccio. Era simile ad una scarica elettrica, ma dieci volte più forte di una normale scossa e mi faceva male (mai sentito un dolore simile prima). Stavo male ed ero spaventato. Allo stesso tempo, provando una sorta di paralisi in tutto il corpo, riuscii ad aprire gli occhi. Nella mia linea visiva, vidi di sfuggita degli occhi che fissavano intensamente i miei. L’intera immagine era nuovamente immersa in una pallida luce blu, la stessa vista la sera prima. Quegli occhi. Sembravano vagamente umani e stranamente femminili; ma no, non era mia moglie! Erano occhi che trasmettevano preoccupazione. C’era un’iride ben distinta e ciglia. Ero in preda al panico, in qualche modo cercai di staccarmi da quello sguardo intenso, di girarmi e afferrare mia moglie, mentre il braccio sinistro mi doleva terribilmente. Mia moglie si svegliò, trovandomi aggrappato a lei quasi freneticamente. Le dissi cosa era successo, ma si guardò intorno e non c’era nulla da vedere. Mi calmai un po’ e provai a tornare a dormire. Non avevo ancora chiuso gli occhi che ricevetti un chiaro messaggio telepatico, un’impressione mentale definita. Dico telepatico perché nella mia testa distinsi chiaramente le seguenti parole: "Tua figlia e te siete precisamente lo stesso". Dal modo in cui la frase era costruita si desumeva che la fonte non aveva una perfetta padronanza della lingua inglese. Sembrava anche che l’entità nel trasmettere il messaggio si stesse prendendo gioco di me. All’inizio pensai volesse riferirsi a mia figlia, ma c’era anche un’altra possibilità: durante una OBE (Out Of Body Experience - esperienza extracorporea o viaggio astrale, ndr.) di tre anni fa, mi ritrovai in una stanza con una ragazzina dal viso di fata, quasi immobile. Aveva la pelle diafana, lunghi capelli biondi, mento appuntito e gli occhi più intelligenti che avessi mai visto, un ibrido metà alieno e metà umano di nome Helas. Ero perfettamente conscio del fatto che lei fosse una parte di me, forse geneticamente. (Non chiedetemi come sia possibile, so che può apparire assurdo).
uccelli che cantavano. Stanco di stringermi a mia moglie, mi girai e mi stesi sulla schiena, continuando a tenere gli occhi chiusi. Il canto degli uccelli aveva su di me un effetto rassicurante e, dopo tutto, non poteva succedere nulla. Mi sbagliavo. Non avevo finito di girarmi che qualcosa, o qualcuno, afferrò il mio braccio sinistro (o la mia mano) stringendolo in una morsa. Quasi simultaneamente sentii una vibrazione familiare che assaliva la mia mano, iniziava dalla punta delle dita e si insinuava salendo lentamente lungo il braccio. Era simile ad una scarica elettrica, ma dieci volte più forte di una normale scossa e mi faceva male (mai sentito un dolore simile prima). Stavo male ed ero spaventato. Allo stesso tempo, provando una sorta di paralisi in tutto il corpo, riuscii ad aprire gli occhi. Nella mia linea visiva, vidi di sfuggita degli occhi che fissavano intensamente i miei. L’intera immagine era nuovamente immersa in una pallida luce blu, la stessa vista la sera prima. Quegli occhi. Sembravano vagamente umani e stranamente femminili; ma no, non era mia moglie! Erano occhi che trasmettevano preoccupazione. C’era un’iride ben distinta e ciglia. Ero in preda al panico, in qualche modo cercai di staccarmi da quello sguardo intenso, di girarmi e afferrare mia moglie, mentre il braccio sinistro mi doleva terribilmente. Mia moglie si svegliò, trovandomi aggrappato a lei quasi freneticamente. Le dissi cosa era successo, ma si guardò intorno e non c’era nulla da vedere. Mi calmai un po’ e provai a tornare a dormire. Non avevo ancora chiuso gli occhi che ricevetti un chiaro messaggio telepatico, un’impressione mentale definita. Dico telepatico perché nella mia testa distinsi chiaramente le seguenti parole: "Tua figlia e te siete precisamente lo stesso". Dal modo in cui la frase era costruita si desumeva che la fonte non aveva una perfetta padronanza della lingua inglese. Sembrava anche che l’entità nel trasmettere il messaggio si stesse prendendo gioco di me. All’inizio pensai volesse riferirsi a mia figlia, ma c’era anche un’altra possibilità: durante una OBE (Out Of Body Experience - esperienza extracorporea o viaggio astrale, ndr.) di tre anni fa, mi ritrovai in una stanza con una ragazzina dal viso di fata, quasi immobile. Aveva la pelle diafana, lunghi capelli biondi, mento appuntito e gli occhi più intelligenti che avessi mai visto, un ibrido metà alieno e metà umano di nome Helas. Ero perfettamente conscio del fatto che lei fosse una parte di me, forse geneticamente. (Non chiedetemi come sia possibile, so che può apparire assurdo).
UNA VIBRAZIONE AMICA
Le Entità (credo che stavolta fossero diverse ad operare assieme) non mi lasciarono stare. Ero lì, che rimuginavo sul messaggio, quando una ben nota vibrazione invase nuovamente il mio corpo. Era uniforme, delicata e non faceva male, simile alla sensazione che provo di solito prima di una OBE (o forse di un’abduction)! Allora ebbe immediatamente inizio una OBE: galleggiai verso il soffitto, prima in senso antiorario, una volta attorno al perimetro della stanza, abbracciando il soffitto, poi nuovamente sul letto. Una seconda OBE seguì quasi istantaneamente, quasi identica alla prima. Sembrava che qualcuno stesse testando l’apparecchio usato di solito per trasportarmi. Voglio dire che durante questi strani voli non potevo, e quasi sempre non posso, vedermi nel letto, quindi questa non è una NDE ("Near Death Experience" - esperienza di pre-morte, ndr.).
Quindi ebbi la terza OBE. Mi sollevai dal letto, dirigendomi verso l’appartamento superiore (una stanza da letto vuota), attraversai anche il successivo (anch’esso vuoto) e mi ritrovai in una terza stanza che non avrebbe dovuto essere là! A dire il vero avrei dovuto trovarmi sul soffitto. Ricordo vagamente una stanza con grigi muri metallici che sembravano essere fatti di lastre di pietre granitiche. Qui ho rimbalzato quasi senza peso, provando a galleggiare fuori dalle grandi finestre presenti su una parete della stanza, allo stesso modo in cui ero passato attraverso molti soffitti, ma per qualche ragione non potevo uscire da quella stanza. Ricordo di aver provato a uscire con i piedi in avanti verso la finestra e di essere rimbalzato all’indietro. All’improvviso mi sono ritrovato a volare all’altezza degli alberi in una città sconosciuta che somigliava ad una città del blocco orientale (ho passato cinque anni in Russia per studiare). La cosa interessante è che agitavo le braccia come un uccello per tenermi sospeso in aria, dovevo concentrarmi particolarmente per non cadere e mi sentivo euforico perché volavo, una situazione invero difficile, che mi tenne occupato per qualche minuto. Passai rapidamente squallidi isolati all’altezza dei lampioni e sembrava che nessuno mi vedesse. Vidi una ferrovia nelle vicinanze e su di essa si muoveva una piccola locomotiva diesel, di quelle usate per smistare i vagoni dei legnami. Dopo aver agitato energicamente le braccia per alcuni minuti mi annoiai e decisi che volevo tornare a casa. Stavo cominciando ad agitarmi, quando la scena scomparve all’improvviso così come era apparsa e mi ritrovai nuovamente a letto. Il tempo era "saltato" nuovamente e adesso era pieno giorno.
UN RICORDO SCHERMO
Non potevo fare a meno di pensare che la "sequenza dell’Uomo Uccello" alla fine della mia esperienza doveva essere stata creata da questa (o queste) entità, sfruttando i miei ricordi di quando mi trovavo nel blocco orientale e facendo leva sulla fantasia umana (volare come un uccello), per tenermi mentalmente occupato mentre loro facevano ciò che volevano. Quella distorsione mentale della realtà era stata già usata su di me almeno una volta.
Vorrei sapere cosa è davvero accaduto durante quei momenti, così abilmente protetti dalla mia mente cosciente. Io vivo delle OBE fin dal 27 Dicembre 1993. Non ho dubbi che non si trattava di sogni o paralisi notturne. Mi sono visto consciamente mentre mi sollevavo dal letto e galleggiavo all’indietro fuori dalla finestra, girandomi lentamente dalla posizione orizzontale a quella verticale (con un angolo preciso di 90 gradi) mentre galleggiavo a mezz’aria proiettato in avanti. Non posso ricordare altro di questo episodio. In un’altra occasione rammento chiaramente di essermi svegliato all’improvviso per ritrovarmi a nuotare faccia avanti verso la finestra della camera da letto, passandoci attraverso come se non ci fosse. Proprio prima di ritornare lentamente in posizione orizzontale sul mio letto, vidi due entità umanoidi sedute sul letto accanto a mia moglie. Avvenne nel 1994.
Nove mesi e qualche giorno dopo l’apparizione dell’"Uomo Blu" la nostra famiglia è cresciuta: è arrivata una bambina. Oggi ha due anni e per la sua età è straordinariamente intelligente. Chiamatemi fissato, ma sono sicuro che la sua esistenza ha qualcosa a che fare con quello strano week-end del Febbraio 1996. Alcuni genitori con bambini della stessa età di mia figlia mi hanno detto che lei è troppo sveglia, per la sua età. È anche telepatica e fa cose strane, cose che facevo anch’io da piccolo e che sua sorella maggiore non fa. Gli esseri blu avevano ragione, quando mi dicevano: "Noi siamo esattamente uguali, ma non nel normale senso del termine - è qualcosa di speciale che abbiamo".
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