7 dicembre 2017

Quando gli Astronauti credono negli Alieni

L’EX ASTRONAUTA ALFRED M. WORDEN
Cerchiamo gli Alieni nello spazio, ma forse dovremmo cercarli molto più vicino a noi. Anzi, dentro di noi, nel nostro DNA. Lo pensano i sostenitori della teoria degli Antichi Astronauti, convinti che l’Umanità sia il prodotto dell’intervento di civiltà extraterrestri tecnologicamente avanzate atterrate sul nostro pianeta in epoche remote. Uno scenario prospettato da autori famosi come Zecharia Sitchin ed Erich Von Daeniken, Peter Kolosimo e Mauro Biglino in Italia, e che si sta diffondendo anche tra illustri personaggi e veri “insospettabili”.

L’ultimo della serie in ordine di tempo è Al Worden, uno dei pochi uomini ad aver orbitato attorno alla Luna. L’ex astronauta, oggi 85enne, nel 1971 è stato infatti pilota del modulo di comando Endeavour nella missione Apollo 15 ed ha compiuto 75 giri in sei giorni intorno al nostro satellite mentre i due compagni- David Scott e James B. Irwin- perlustravano la superficie lunare, guadagnandosi il record mondiale come “l’uomo più in isolamento di sempre” . Già in passato si era detto convinto che non siamo soli nell’universo, ma durante una puntata di “Good Morning Britain” è andato oltre.

Ospite del programma, alla domanda un po’ scontata se credesse nell’esistenza degli Alieni ha dato una risposta decisamente meno prevedibile. Non solo ha affermato che sì, per lui ci sono eccome, ma ha anche aggiunto che sono stati loro a renderci quello che siamo oggi. “Noi siamo gli Alieni, anche se pensiamo che sono qualcos’altro. Ma noi siamo quelli arrivati da un qualche altro luogo per sopravvivere. Entrarono in una piccola astronave, arrivarono fin qui, atterrarono e diedero inizio alla civiltà”, le sue parole. Ed ha aggiunto: “E se non mi credete, prendete i testi degli antichi Sumeri e leggete cosa dicono”.

LA TEORIA DEGLI ANTICHI ASTRONAUTI SUI BASA ANCHE SU IMMAGINI CIME QUESTA





Insomma, quasi ci sembra di vedere l’anziano pilota di Apollo 15 immerso nella lettura dei best-seller di Sitchin mentre si appassiona alle vicende degli Anunnaki– mitiche divinità per la stramaggioranza degli studiosi, entità concrete e reali per una stretta cerchia di ricercatori alternativi convinti che le leggende nascondano la vera storia del nostro passato più remoto. Una storia forgiata e condizionata da questi viaggiatori spaziali, giunti da chissà dove e letteralmente scesi da cielo, così come dicono degli Dei tutti i testi sacri di qualsivoglia religione.

L’ingegnere aeronautico e aerospaziale Alfred M. Worden ha osato più di altri, ma non è certo l’unico ex astronauta ad aver dichiarato pubblicamente la propria convinzione nell’esistenza della vita extraterrestre intelligente ed evoluta. Anche perché molti di loro hanno raccontato di aver assistito a fenomeni difficilmente spiegabili. Come Scott Carpenter, a bordo della capsula Mercury nel 1962: il rientro nell’atmosfera terrestre, per un errore di calcolo, stava per trasformarsi in tragedia, ma tutto andò per il meglio perché, secondo Carpenter, un misterioso alone aveva avvolto il modulo impedendogli di surriscaldarsi.

Il 3 giugno 1965, James McDivitt, a bordo della Gemini 4, vide e fotografò un oggetto anomalo con un braccio sporgente: forse solo un detrito spaziale, ma stranamente la NASA diffuse una foto che non era quella scattata da McDivitt e che raffigurava solo un riflesso. Non venne mai chiarito e fu classificato come inspiegabile anche dal Rapporto Condon, invece, l’avvistamento (o meglio, gli avvistamenti multipli) degli astronauti di Gemini 7, Borman e Lovell, nel dicembre dello stesso anno: uno o più oggetti scuri, solidi e di forma cilindrica.

UN OGGETTO RIPRESO DURANTE LA MISSIONE GEMINI 10

Gemini 9, pochi mesi più tardi, sarebbe stato seguito da alcuni oggetti non identificati. Eugene Cernan – in seguito anche astronauta di Apollo 10 e Apollo 17- non ammise mai pubblicamente di aver visto degli UFO, ma affermò di essersi sentito osservato da qualcuno quando era nello spazio e si disse certo che esistessero altre civiltà nell’Universo. Ma anche le missioni Gemini 10, 11 e 12 avrebbero avuto compagnia, lassù, come alcune foto con luci misteriose sembrerebbero provare. Per non parlare poi delle missioni Apollo, segnate da una serie di episodi bizzarri.

A partire da Apollo 8, la prima a raggiungere la Luna senza però scendere sulla superficie del nostro satellite. Era Natale e i tre astronauti- Borman, Lovell e Anders- al comando missione dissero: “Siamo stati informati che Santa Claus esiste”. Un messaggio in codice, a quanto pare, della NASA per dire che un UFO era lì vicino. E venne seguito anche Apollo 11, stando all’intervista rilasciata nel 1994 al quotidiano La Stampa da Buzz Aldrin:” Un UFO era con noi…Vedemmo apparire nell’oblò un oggetto luminoso che ci seguiva a distanza. Ne informammo subito Houston. Pensammo che fosse l’ultimo stadio del Saturn 5, il razzo che ci aveva lanciato nello spazio, ma i conti non tornavano…Cos’era? Non lo so, non lo abbiamo mai scoperto. L’oggetto ci seguì per molte ore e poi scomparve.”

BUZZ ALDRIN OGGI

Tra i più espliciti nel parlare di verità strategicamente tenute nascoste all’opinione pubblica fu il pilota collaudatore ed astronauta Gordon Cooper. Rivelò, nelle sue memorie e nel documentario Out of the Blue, che centinaia di rapporti da parte di piloti esperti che avevano visto oggetti volanti non identificati erano stati insabbiati dal governo americano. Nel 1978 fu poi autore di una lettera, inviata all’ambasciatore di Grenada presso le Nazioni Unite, a sostegno di una indagine sugli UFO che coinvolgesse l’ONU.

In quella missiva tra le altre cose scriveva:”Ritengo che i velivoli extraterrestri e i loro equipaggi stiano visitando il nostro pianeta da altri mondi… Ci sono molti di noi astronauti che credono negli UFO o che hanno avuto occasione di vederne uno.” Altrettanto sicuro che specie aliene ultra tecnologiche da molto tempo fossero di casa qui sulla Terra era anche Edgar Mitchell, pilota di Apollo 14 e detentore del record di permanenza sulla Luna. Nell’ ultima fase della sua vita, frequentava i convegni ufologici per spiegare che fonti molto attendibili lo avevano informato di contatti già intercorsi con creature provenienti da altri mondi.

Secondo Mitchell, era tutto vero anche quello che si raccontava sull’incidente di Roswell: a schiantarsi nel New Mexico, a poca distanza dal suo paese natale, sarebbe stato un disco volante. Molto più cauti- non credono che gli ET siano già in mezzo a noi- ma certi che l’universo pulluli di vita intelligente sono anche altri astronauti come Story Musgrave (ha compiuto missioni con tutti i tipi di Shuttle) e il nostro Paolo Nespoli ( Shuttle e ISS).

Anche dal fronte ex-sovietico, però, non mancano testimonianze di strani avvistamenti compiuti dai cosmonauti durante la permanenza nello spazio. Gennady Strekalov ha raccontato che quando si trovava sulla MIR, nel settembre 1990, vide dall’oblò insieme al suo comandante una perfetta sfera molto brillante sorvolare la costa di Terranova per poi sparire all’improvviso. L’anno dopo, sempre sulla MIR, fu Musa Manarov a filmare un oggetto di forma tubolare con le estremità luminose. Ma forse l’avvistamento più clamoroso, rivelato solo a molti anni di distanza prima in un’intervista e poi durante una conferenza stampa, risale al 1981.

Vladimir Vasilyevich Kovalenok, due volte Eroe dell’URSS, è stato testimone insieme ad un collega di un episodio inspiegabile mentre era a bordo della stazione orbitale Saljut 6: videro un oggetto volare nella loro direzione ed esplodere in una luce dorata dalla quale uscirono due sfere brillanti avvolte in un fumo bianco. Dichiarò:” Probabilmente si trattava di un UFO, di sicuro non era misticismo: due persone lo hanno visto nello stesso momento. Non ci credo quando gli astronauti dicono di non aver visto nulla di straordinario nello spazio.”

SABRINA PIERAGOSTINI



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