11 marzo 2011

HOMO UNIVERSALIS, L'EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

L'umanità è di fronte a cambiamenti evolutivi mai accaduti in precedenza. E' stupefacente come da una profezia maya ci giunga l'indicazione della fine del mondo che conosciamo e dell'inizio di un nuovo mondo nel 2012.

Questa data corrisponde alle predizioni di collasso o cambiamento sociale e ambientale diffuse ormai in tutto il mondo. Partiamo dall'ipotesi che queste profezie contengano una certa verità. Quale visione del futuro, di un mondo nuovo, potremmo alimentare perché questa visione faccia da attrattore per ciò che ci attende al termine di questa transizione critica? La visione del futuro di Barbara Marx Hubbard nasce dallo stupore davanti al mistero del nostro passato, di 14 milioni di anni di stupefacente evoluzione e di creazione ed espansione dell'universo fino al momento attuale e oltre. E' meraviglioso vedere come il "niente" sia diventato tutto quello che è stato, che è e che sarà. La forza, l'intelligenza o il processo che ha prodotto questo universo sono ancora attivi dentro di noi. Noi siamo l'universo in persona. Siamo manifestazioni del suo mistero. Siamo il cosmo che prende coscienza di se stesso e tenta di capire le proprie origini, la propria nascita, la propria direzione e come partecipare consciamente al processo della creazione. Stiamo ricevendo indicazioni su questa partecipazione conscia all'evoluzione e stiamo imparando dal nostro passato. Come ha fatto la natura ad evolvere dalle particelle subatomiche sino a noi? Osservando la storia della creazione, dalla prima scintilla fino all'attuale umanità, scopriamo un modello ricorrente di sempre maggiore complessità che produce una sempre maggiore coscienza e libertà.

Dall'atomo alla molecola, alla cellula, agli animali, agli uomini, al Buddha, al Cristo e tanti altri, al noi che in questo preciso momento siamo sulla soglia di una "de-voluzione" o di una trasformazione. La "freccia dell'evoluzione", come la definisce John Stewart, indica una progressione verso sistemi globali sempre più inclusivi mediante il rafforzamento della cooperazione e della sinergia, salto quantico dopo salto quantico. Questa è la base della nostra speranza in un futuro incommensurabile e in continua evoluzione.
Ma notiamo anche che ogni trasformazione è preceduta da una crisi.

I problemi sono "driver evolutivi". La pressione sempre più forte può portare alla de-voluzione e all'estinzione, oppure all'evoluzione e alla trasformazione. Per questo il 2012 potrà essere per molti un cataclisma e uno shock. Osserviamo anche che l'evoluzione crea novità radicali: la vita dalla pre-vita, gli uomini dagli animali. E' possibile che dall'umanità attuale possa nascere un uomo nuovo, una nuova specie? Conosciamo la sequenza Homo abilis, Homo erectus, Uomo di Neanderthal, Homo sapiens e Homo sapiens sapiens. Perché la sequenza dovrebbe fermarsi qui? E' possibile che una nuova specie sia stata in gestazione nell'utero della coscienza, dando nascita ai grandi avatar, ai mistici e ai visionari per migliaia di anni e che oggi, sollecitato dalla crisi, l'uomo nuovo sia già nato in milioni di noi? E' già stato chiamato Homo progressivus (Teilhard de Chardin), Uomo gnostico (Sri Aurobindo), Homo sapiens sapiens sapiens (Peter Russell), Homo noeticus (John White) e Homo universalis (Barbara Marx Hubbard). E' quindi possibile che il grande cambiamento annunciato dalla profezia sia l'emersione dell'uomo universale, o comunque vogliate chiamarlo, come "nuova norma". E forse il punto critico sarà proprio il 2012.

E' innegabile che ci stiamo avvicinando alla fine della nostra sostenibilità e forse della nostra stessa sopravvivenza in questa attuale fase di coscienza egoica. Stiamo diventando "mutanti egoici", secondo la definizione di Alan Lithman, perché abbiamo acquistato poteri che un tempo si attribuivano agli dèi, ma siamo rimasti al livello di coscienza dei nostri progenitori.
Se proviamo a immaginare come saremo nel futuro, o già nel 2012, ovviamente a patto di non autodistruggerci prima, vediamo un'umanità matura che applica una coscienza matura, capacità e tecnologie evolutive, a obiettivi favorevoli alla vita. Sarà questa la trasformazione quantica della specie umana.

Tutte le principali tradizioni spirituali sono nate molto prima che scoprissimo il processo evolutivo, l'esistenza di miliardi di galassie e il fatto che la Terra non è al centro dell'universo, ma un piccolo pianeta che ruota attorno a un Sole in un universo multidimensionale di imponente mistero. Sono nate anche molto prima che avessimo il potere di provocare la nostra estinzione o la nostra trasformazione, molto prima dell'avvento dell'evoluzione conscia attraverso la quale in questo momento siamo chiamati a difendere la vita sulla terra. Questo evento è qualcosa di nuovo.
Secondo la visione della Hubbard, il primo elemento della nuova umanità è che dall'Homo sapiens sta nascendo, in molti di noi, un uomo universale che alla fine sarà diverso da noi quanto noi siamo diversi dal Neanderthal.
Questo uomo universale nascerà in ogni etnia, ogni nazione, religione o cultura. Alcune sue caratteristiche sono già evidenti. L'uomo universale si sente collegato, attraverso il cuore, alla totalità della vita ed è interiormente risvegliato alla passione e al desiderio amorevole di esprimere la propria creatività per il bene di se stesso e degli altri. Per questo uomo emergente, il velo tra le dimensioni della realtà si sta assottigliando. Stiamo diventando esseri multidimensionali, con una realtà più espansa e con esperienze di vetta, e riceviamo guida e manifestazioni dall'alto per incanalare la nostra evoluzione. L'uomo universale sta sviluppando una coscienza evolutiva e una spiritualità evolutiva che ci trasformeranno in un organismo cosmico globale, fondato scientificamente e spiritualmente sulla consapevolezza. Mentre le donne hanno meno figli e vivono più a lungo, stanno passando dalla procreazione alla co-creazione, dall'autoriproduzione all'autoevoluzione attraverso la scoperta dello scopo vitale e dell'espressione creativa, dando vita all'autentico sé femminile e alla sua espressione nel mondo. Anche gli uomini, in modo loro proprio, stanno sperimentando la stessa evoluzione interiore. Partecipiamo tutti a quella che Jung chiamava la continua incarnazione del Sé. Il Sé che era stato proiettato sugli dèi sta ritornando a noi sotto forma del nostro stesso potenziale evolutivo.


Fonte: 2012ladistruzione.blogspot.com

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