
Tutti questi fenomeni possono interferire, tra le altre cose, con le comunicazioni radio ad onde corte, con i segnali GPS e sulle reti elettriche terrestri. Sono inoltre in grado di disturbare i satelliti presenti in orbita intorno al nostro pianeta. L’attività solare aumenta ogni 11 anni circa in quello che viene definito ciclo di Schwabe, e il sole si sta muovendo verso un altro massimo solare, probabilmente previsto nel 2013.
Ciò significa che queste attività risulteranno sempre in aumento, e che queste particelle cariche, alcune delle quali molto intense, raggiungeranno con sempre maggior frequenza la Terra. La National Oceanic and Atmospheric Administration ha ideato categorie tra le tempeste varie. I brillamenti più intensi sono conosciuti come “brillamenti di classe X”, in un sistema di classificazione che divide i brillamenti solari in base alla loro forza. Quelli più piccoli sono invece di classe A, seguiti dalla classe B, C, M. Ogni lettera rappresenta un aumento di 10 volte della produzione di energia. Quindi un evento di classe X è dieci volte più violento di uno di classe M e 100 volte più intenso rispetto alla classe C. All’interno di ciascuna classe, vi è una scala suddivista da 1 a 9 che contraddistingue una sottosezione. I brillamenti di classe C sono troppo deboli per influenzare in modo significativo il campo magnetico della Terra. Quelli di classe M invece possono causare blackout radiofonici molto brevi ai poli, e tempeste di radiazioni che potrebbero mettere in difficoltà gli astronauti nello spazio. I brillamenti di classe X sono di gran lunga le più grandi esplosioni del nostro sistema solare e sono bellissime da guardare. Nei più grandi eventi, questi processi possono produrre tanta energia quanto un miliardo di bombe all’idrogeno. L’ente spaziale americano (La NASA) e la NOAA, così come la US Air Agenzia Meteo Force (AFWA), mantengono una vigilanza costante per il monitoraggio di brillamenti e tempeste magnetiche associate. Attraverso i preavvisi infatti, molte tecnologie, tra cui i satelliti e i veicoli spaziali, possono essere protetti da conseguenze più gravi.
di Renato Sansone
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